Ogni tanto occorre una pausa dal proprio paesino, anche solo per poter distrarre lo sguardo e guardare con più candore quello che ci circonda.
Ed eccomi qui a Milano: un’occasione per incontrare la mia amica Alessandra e con lei andare alla mostra del pittore russo Vasilij Kandinskij al Mudec, il museo delle culture.
Il Cavaliere Errante al Mudec
Lo spazio che ospita la mostra di Kandinskij è il Mudec di Milano, museo delle culture fondato sul rapporto tra arte e etnografia e sulla “metafora del viaggio come avventura cognitiva” , un luogo decisamente adatto a me.
L’esposizione de Il Cavaliere Errante è focalizzata sull’immersione dello spettatore nell’universo visivo del pittore Kandinskij. Con opere inedite e installazioni multimediali, cerca di ricostruire l’evoluzione delle composizioni dell’artista russo. Sono presenti tutti gli elementi che hanno contribuito allo sviluppo dell’immaginario dell’artista attraverso immagini e atmosfere dei luoghi in cui ha vissuto: un viaggio nelle “vibrazioni dell’anima” di un artista da un’intensa e profonda spiritualità.
L’evoluzione di Kandinskij
Vasilij Kandinskij , nato da una famiglia borghese russa, terminati gli studi in legge, rifiuta una cattedra all’università per dedicarsi alla pittura e allo studio della musica che si rivelerà fondamentale per il suo sviluppo artistico.
Kandinskij , durante il pellegrinaggio in Russia, fa propri i colori, le sensazioni , i giochi, le stampe e la vita quotidiana di queste terre osservate con un linguaggio visivo dell’infanzia che, insieme alle arti folkloristiche, permette di osservare il mondo con uno sguardo più libero e autonomo.
«Ricordo ancora che, entrando per la prima volta nelle sale di un’isba, restai inchiodato di stupore davanti alle pitture sorprendenti che da ogni lato mi circondavano. Quando infine penetrai nella camera, mi trovai circondato da ogni parte dalla Pittura: come se io stesso fossi penetrato nella Pittura».
Questo modo di osservare la realtà lo condurrà nel mondo della spiritualità che attraversa il colore e la forma: allontanandosi dal dato reale cerca la “vibrazione interiore” come fa la musica.
«il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l’arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell’artista e creare la vita dei suoni»
Il motivo astrattista
Così anche la pittura è in grado di assimilare i suoni e riprodurre l’interiorità dell’artista attraverso i colori che, abbandonando la forma, divengono espressione dell’interiorità e dello spirito.
Cercare quindi la spiritualità in una nuova arte che risveglia le capacità di cogliere nelle cose materiali e in quelle astratte l’elemento spirituale.
L’astrattismo si rivela così una naturale conseguenza: rivolgendo l’attenzione all’interiorità ci si rende conto che tutto è spirito, libero da contorni, dalle forme, vibra dentro e intorno a noi.
Emozionarsi in un quadro
Questa relazione tra arte e spiritualità , la ricerca del folklore, il suo rapporto con la città natale e il modo di osservare il mondo, ha reso l’esperienza della mostra meravigliosa.
Trovo bellissimo trovarsi nell’universo visivo di un artista, un’emozione che auguro a tutti: riesci a comprenderlo e a comprenderti.
Invito quindi tutti a lasciarsi trasportare dall’astrattismo di Kandinskij in mostra al Mudec di Milano.
Avete tempo fino al 9 luglio. 😉