Racconto di una giornata d’arte in Puglia. 1#Tappa: Man Ray

 

I primi profumi della nuova stagione si fanno sentire e con lei la voglia di riprendere le passeggiate in Puglia con gli amici. Ma da dove cominciare?

Un giorno a disposizione, una miriade di possibilità. Ma come scegliere e rendere speciale un giorno qualunque? Dedicandolo ad un tema ovviamente!

Quale? L’arte della fotografia.
Le città? Entrambe nel barese, entrambe splendide, Conversano e Monopoli.

Man Ray e PhEst: la fotografia protagonista in Puglia

 

La Puglia si mostra come sempre molto attenta nel promuovere la cultura e questa volta è l’arte della fotografia ad esserne la protagonista:
a Conversano  l’evento dell’anno è “Man Ray – l’uomo infinito”, un progetto de Il libro possibile- Arte”  , 2° edizione dedicata alle grandi mostre d’arte;
a Monopoli , anche per loro 2° edizione,  il PhEst: la Festa internazionale della fotografia.

 

monopoli porta vecchia mostra phest
Afrofuturismo: tra realtà e fantasia

 

Perché la fotografia

La fotografia è un’arte che mi ha sempre affascinata, perché è in grado di cogliere l’attimo «che un attimo solo invertirà», un momento unico e  irripetibile.
L’interesse per Man Ray, uno tra i più noti fotografi del secolo scorso,  nasce dalla mia curiosità per il dadaismo e dalla novità che gli artisti di tale corrente artistica hanno portato in Europa nel primo dopoguerra. Sia nel modo di percepire l’arte sia che nella loro capacità di mettere in discussione tutto, vuoi per le atrocità scaturite dal primo conflitto mondiale, vuoi per le scoperte di quel simpaticone di Freud. Chissà come è stato per loro sentir parlare di subconscio per la prima volta.
La curiosità viene finalmente saziata dall’ Uomo infinito Man Ray.

 

#azonzo per Conversano

conversano cattedrale b&n
foto @poesianellestrade

La cultura non manca mai nelle strade e nei monumenti delle città pugliesi. Così non sono mancate le passeggiate per Conversano a visitare la cattedrale esempio di Romanico Pugliese e il monastero di San Benedetto, dove con mio stupore ho notato un capitello con un labirinto unicursale simbolo del percorso tortuoso che l’uomo compie per giungere nel regno dei cieli. Questo dimostra come Conversano fosse una tappa del pellegrinaggio in Terra Santa.
E anche noi come “pellegrini d’arte” avremmo percorso le strade delle città che ci avrebbero condotto in altre tappe, come il PhEst di Monopoli.

 

 Il racconto nel racconto

 

Curiosi di conoscere qualcosa di più sulla mostra di Man Ray?
Questa volta però non sarò io la narratrice.
Ho deciso di ospitare nel blog il mio amico fotografo Lorenzo alias poesienellestrade.
Non è la prima volta che ci cimentiamo in un’avventura,  ricorderete le sue foto nella lunga notte dell’Addolorata a Taranto . Lo apprezzo come fotografo e come narratore ed ecco qui il suo contributo per zenzyazonzo.

 

 

 

 

 

Man Ray: poesienellestrade per zenzyazonzo

 

Una di quelle giornate impegnate dalla mattina alla sera, tra amici, all’insegna di quel divertimento culturale a cui, quando si diventa (mi fa paura dirlo, ndr) grandi, si fa fatica a rinunciare. La scusa: la mostra su Man Ray al castello di Conversano.

Ma chi è Man Ray? Beh facile, basta aprire la pagina di wikipedia per scoprirlo e non starò certo qui a ripeterlo. Ma quello che vorrei ricordare a tutti, in primis a me stesso, mentre osservavo quel turbine di “fotografie, disegni, acquerelli, serigrafie, litografie, oggetti e persino una scultura”, è che cosa è il dadaismo.

Eppure eravamo in un museo ad ammirare quella che sarebbe dovuta essere la critica all’azione, all’intrappolare l’arte dentro quattro mura.
Ed invece c’era tanto di quel dada lì in mezzo che non ho potuto fare a meno di notare una smorfia di sorriso sui volti degli artisti ritratti in quel celeberrimo Group Dada che dal 1922 che comincerà a gettare scompiglio nelle gallerie di mezzo mondo.

E questo scompiglio è evidente e si snoda attraverso le cinque sale dedicate all’uomo infinito che era quel simpaticone giocondo di Man Ray.

 

L’uomo infinito

L’accoglienza è delle migliori, il castello è una cornice perfetta che nonostante un sole accecante non lascia trasparire nulla all’interno delle sale. Un percorso lineare che ti guida attraverso l’opera dell’autore dove gli elementi della mostra non appaiono mai invasivi ma sempre a contorno del percorso che i curatori sono riusciti perfettamente a delineare.

Si comincia nella prima sala dove l’attenzione viene catturata da Revolving Doors, per poi passare attraverso altri schizzi alla parte della fotografia, cavallo di battaglia dell’artista.

Sculture ed installazioni fanno da protagonisti nella terza e quarta sala mentre nella quinta si torna alla fotografia, prepotentemente.

Le opere sono varie, seconda e quinta sala comunicano, lontanamente. La fotografia del primo Man Ray, i volti dei protagonisti del Dada e del Surrealismo, i travestitismi di Marcel, i nudi e gli studi sui corpi del periodo francese delineano un periodo in cui la fotografia veniva concepita come arte commerciale ma allo stesso tempo ludica. Nella quinta sala, invece, l’ultimo Man Ray fotografo si esprime attraverso questo ritorno alla camera che si coniuga in The fifty shades of Juliet. Qui il volto della moglie dell’artista, Juliet Browner, ricorre in maniera ossessiva sulle pareti dell’ultima sala a lui dedicata, lasciando il centro ad una serie di calchi, di cui non starò qui a parlare del resto la mostra ha ancora un mese di apertura e vale la pena di essere vista.

Nelle sale di cui non ho parlato, e non parlerò perché del resto bisogna incuriosire ma non “fare spoiler”, si lascia spazio al feticismo: ci viene illustrato un aspetto più materiale dell’autore. Vengono messe in mostra le sue “armi” ed un paio di installazioni, oltre alla suddetta scultura “priape” – si, se ve lo state chiedendo, lo è! È proprio quello – . E le Rayografie, il vero spirito dell’artista: un nuovo modo di fare arte. Una forma di conversione del pensiero in opera ed allo stesso tempo una trasposizione dell’ira a cui segue l’impeto creativo. Un errore, dei più fortuiti. Nulla si lascia al caso ed è in questo modo che Man Ray si consacra artista: mettendo un pizzico di genio in una scoperta casuale.

La mostra è stata bella, delle migliori, a confermare le ottime recensioni che aleggiano sul web e nei passaparola dei posti più inimmaginabili. È bello vedere che da qualche parte in Puglia si dà all’arte il giusto spessore che merita lontano da facili protagonismi di sedi e gallerie. Il borgo di Conversano inoltre lascia incantati, soprattutto se si ha a disposizione una guida d’eccezione come Zenzy.

 

La nostra avventura #azonzo non finisce qui. Monopoli ci aspetta… [ continua]

 

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2 pensieri su “Racconto di una giornata d’arte in Puglia. 1#Tappa: Man Ray

  1. Un plauso ad Azzurra e alle sue le passeggiate pugliesi all’insegna della storia, dell’arte e della cultura. La nostra terra ha bisogno di “pellegrini d’arte” che, animati dalla passione e dalla curiosità, si muovano nella (ri)scoperta delle sue incomparabili bellezze. Dunque, massimo sostegno alla caparbia volontà di Zenzyazonzo di valorizzare attraverso il suo blog il nostro meraviglioso territorio.

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