“Quann’èti Santu Cosumu st’annu?”
“Toppu Santu Mauru”
“eeh ma prima ‘ncèti Santa Lucia e la Matonna ti la scala”
Iniziano così le conversazioni tra i miei nonni e la prozia qualche giorno dopo la Settimana Santa, mentre calcolano i giorni ai festeggiamenti di San Cosimo: un mese e due giorni dopo Pasqua.
Cade sempre di giovedì, ma sono giovedì speciali: sono le Perdonanze, dette perdunanze.
Le Perdonanze
Le Perdonanze sono piccoli pellegrinaggi che ogni fedele della comunità brindisina compie presso alcuni luoghi sacri affinché possa ottenere una grazia. Spesso nella pratica si coinvolge un familiare o qualche altra persona vicina che non può rifiutare.
Le Perdonanze iniziano il secondo giovedì dopo la Pasqua, e proseguono i giovedì successivi raggiungendo i diversi Santuari. Si inizia con quello di Santa Lucia ad Erchie e si prosegue con:
- La Madonna della Scala ad Oria
- la cripta di San Mauro, nel Santuario di Sant’Antonio da Padova ad Oria
- il santuario di San Cosimo alla Macchia
- la chiesa di Maria Santissima della Croce a Francavilla Fontana.
Ogni giovedì un Santuario diverso.
La più importante delle Perdonanze che coinvolge un po’ tutto il territorio Salentino, è il pellegrinaggio al Santuario dei Santi Medici, Cosimo e Damiano.
Giungono fedeli dalla provincia tarantina e dalla provincia leccese pronti a percorrere per devozione il cammino che li condurrà verso il luogo sacro.
Un mini mini Cammino di Santiago de Compostela in terra Brindisina.
“Sciamu a Santu Cosumu”
Il pellegrinaggio si compie per l’intero mese di maggio fino al giorno dell’Ascensione.
Le strade si riempiono di uomini, donne, bambini e ragazzi. Questi ultimi vivono il giorno come un giorno di festa, non si va a scuola per poter compiere il cammino in compagnia degli amici: un momento di aggregazione che permette di passare una giornata spensierata, la nostra “Pasquetta di Maggio”. Ricordo il vociare dei “pellegrini” sotto la mia finestra, a volte percorrevano il tragitto cantando le canzoni nei loro stereo; oggi sicuramente usano nuove tecnologie.
Il mio Cammino
Sin da piccolina ho percorso questi cammini, per tradizione familiare e popolare.
Zainetto in spalla con acqua e merenda e, insieme a mia madre, nonna e zie, eravamo pronte a percorrere questi tratti raccontandoci cosa significasse il gesto che stavamo compiendo.
Lungo il tragitto si chiacchierava molto sulla natura, sui fiori e su alcuni insetti che divenivano i nostri compagni di viaggio.
La nonna però voleva precisare la sacralità della tradizione delle Perdonanze e di come la gente, proveniente dai paesi lontani, facesse questi rituali per ricevere una grazia divina, percorrendola a volte, durante la notte del mercoledì : “la notte dei miracoli” . Piccola e con il cuore pieno di curiosità ascoltavo queste parole con stupore: la religiosità del racconto coronava l’impresa con una certa santità.
Giunti nei luoghi si osservava una preghiera ai santi e poi liberi a trascorrere il resto della giornata a riprendere le forze per il cammino del ritorno. Pausa merenda e giro nei mercatini a comprare il ricordino dell’avventura.
Tradizione per molti, un cammino per tutti
Oggi, adulta, ho un ricordo bellissimo di quell’esperienza e, con una consapevolezza diversa, ripercorro quei luoghi quando è possibile.
A volte molti pongono l’attenzione verso altri cammini, in altre nazioni, magari rinnegando quelli delle nostre usanze.
Non è necessario essere religiosi (bisogna rispettare però chi lo fa per questi motivi) ma ripercorrere i luoghi delle nostre tradizioni farà in modo di non perdere alcune consuetudini che ci identificano.
Qualsiasi sia il motivo del perché tu compia questi cammini, continua a farlo, perché si riempiranno di nuova venerabilità.
Perdonanze in video
Brava! È importante far conoscere le nostre tradizioni popolari così rimangono vive 😊
Grazie Rosalia 😊 💗